Ragazzo Italiano è il romanzo d’esordio di Gian Arturo Ferrari, volto noto dell’editoria italiana, ex presidente di Mondadori Libri, editorialista del Corriere della Sera e per parecchio tempo professore di Storia del pensiero scientifico presso l’Università di Pavia
E' il racconto del percorso di crescita di Ninni, nato nel 1946..." in quelle notti e in quelle nebbie, in quell’Europa atroce e disperata, loro erano venuti al mondo. Figli della guerra, non c’era dubbio. Ma come nei film inglesi prediletti dalla mamma, anche figli di amori che erano stati grandi, incoercibili.” Attraverso le tre fasi di crescita del protagonista (bambino, ragazzino, ragazzo), si ripercorrono poco meno di vent’anni di storia italiana, partendo da una contrapposizione tra il mondo rurale dell’Emilia, a Querciano, il paesino della nonna materna, contrapposto all’industrializzazione della provincia lombarda di Zenigrate e Milano, una città commerciale in fermento, in cui Ninni diventa Piero, un ragazzo agli ultimi anni di liceo e poi all’università verso un mondo di libri e di cultura.
Attraverso la storia delle vicende familiari di Ninni, si delinea la storia dell’Italia del dopoguerra.
Prima la povertà e l’incertezza del futuro poi l’insperato
boom economico con la conseguente disuguaglianza sociale e la diversa appartenenza politica.
Attraverso la storia di questo ragazzo ho rivisto la mia storia, la difficoltà di quei tempi, le privazioni, ma anche la volontà di dare il massimo per un riscatto sociale. La molla di promozione sociale per Ninni, così come per noi ragazzi, fu la scuola e lo studio vissuto con sacrifico e abnegazione.
L'autore si sofferma a descrivere in modo particolare l'incontro di Ninni con maestri e professori di straordinario valore che gli permetterà di crearsi un’identità.....Il maestro Poli diceva “a noi qui non interessa da dove viene uno, se da una baracca o da un palazzo. In generale ci interessa altro, cosa c’è dentro la sua testa. Quella ci preoccupiamo di arredare. E comunque, più che da dove viene, a noi interessa sapere dove uno va.”
E' un libro scorrevole, lineare, che suscita emozioni e nostalgia per noi ragazzi degli anni 50, ma lo consiglierei anche ai giovani, per far loro apprezzare le radici del nostro passato e i valori della scuola, della cultura e della lettura.
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