domenica 19 dicembre 2021

Assaggi virtuali di cucina lucana

Un incontro davvero interessante a Christmas Spirit, in Craft, al ristorante Luna Rossa, Terranova di Pollino, con lo chef cibosofo Federico Valicenti, che ci ha parlato della cultura del cibo e della cucina popolare lucana.


Lo chef Valicenti in una lunga intervista ci ha parlato del cibo come cultura e identità di un popolo e della sua cucina come riscoperta e rivisitazione della tradizione, di gusti, di cibi e ricette antiche.

Tra antichi piatti citati, ricordo la Ciampotta, l'Acquasale, il Panecotto, i peperoni crusc...



giovedì 16 dicembre 2021

Do Do Sol Sol La La Sol

Do Do Sol Sol La La Sol è un drama coreano di 16 episodi della durata di un’ora ciascuno,  su Netfilx dal 3 dicembre 2020. Racconta la storia di una pianista di buona famiglia, Gu Rara (Go Ara). Dall’infanzia fino ai suoi venticinque anni, la sua vita è stata un susseguirsi di sfortune: una tragedia familiare, un catastrofico concerto, un’umiliazione nuziale e un’altra tragedia familiare. Nonostante tutto ha una personalità brillante.La sua vita sembra toccare il fondo quando la sua famiglia finisce sul lastrico e lei si trova imbrogliata con un pesante acconto per il suo appartamento. Decide di lasciare il distretto di Gangnam a Seoul, per dirigersi verso la costa ed evitare i creditori. Ma schianta la sua auto e subisce un infortunio che mette in pericolo la sua carriera musicale.La giovane inizia a lavorare insegnante nell’Accademia Pianistica La La Land, in un piccolo villaggio. Qui incontra Sun-Woo Joon (Lee Jae-wook), un individuo spensierato ma cordiale. Non si preoccupa di quello che gli altri pensano di lui, ma ha un gran cuore. È uno spirito libero e non ha un sogno o un obiettivo specifico per la sua vita. Fa quadrare i conti facendo lavori part-time.La storia diventa presto un triangolo amoroso, che verrà tirato avanti da inevitabili comprensioni, con l’arrivo del chirurgo ortopedico Cha Eun-seok (Kim Joo-hun), che soffre di superlavoro e di un matrimonio deludente.

Molto bravi gli attori,  anche le figure secondarie che si fanno amare per la loro simpatia. La scenografia veramente spettacolare per i paesaggi da favola...



sabato 11 dicembre 2021

Penne piccanti al polpo

 
Ho provato questa ricetta

Ingredienti

4 persona/persone

Pennette piccanti al polpo

  • 320 g pasta secca
  • 400 g polpo fresco
  • 200 g passata di pomodoro
  • 30 g scalogno, o cipolla
  • 30 g carote
  • 30 g sedano
  • 10 g capperi
  • 10 g pomodori secchi
  • 10 olive nere denocciolate
  • 30 g olio
  • timo fresco
  • prezzemolo fresco 
  •  peperoncino

 
Preparazione della ricetta 

Nel coperchio chiuso mettere qualche gambo di prezzemolo, scalogno, carota, sedano, peperoncino 5 sec./vel. 5 e raccogliere sul fondo.

    1. Unire l'olio, 3 min./120°/vel.1, poi il polpo spezzettato, 5 min./120°/antiorario/vel.1.
    2. Aggiungere la passata di pomodoro, niente sale, 20 min./100°C/antiorario/vel. 1.
    3. Nel frattempo mettere i pomodori secchi a bagno in acqua tiepida per 15'.
    4. A fine cottura unire le olive spezzettate, i pomodori secchi tagliati a julienne e i capperi tritati finemente, aggiustare di sale 5 min./Varoma/antiorario/vel. 1.
    5. Nel frattempo cuocere la pasta al dente, scolarla e farla insaporire nel boccale 1 min./antiorario/ vel.soft.
    6. Spolverare con un trito di timo o di prezzemolo.
     

giovedì 9 dicembre 2021

SOGNO DI NATALE -TESTO di LUIGI PIRANDELLO


"Sentivo da un pezzo sul capo inchinato tra le braccia come l'impressione d'una mano lieve, in atto tra di carezza e di protezione. Ma l'anima mia era lontana, errante pei luoghi veduti fin dalla fanciullezza, dei quali mi spirava ancor dentro il sentimento, non tanto però che bastasse al bisogno che provavo di rivivere, fors'anche per un minuto, la vita come immaginavo si dovesse in quel punto svolgere in essi.

Era festa dovunque: in ogni chiesa, in ogni casa: intorno al ceppo, lassù; innanzi a un Presepe, laggiù; noti volti tra ignoti riuniti in lieta cena; eran canti sacri, suoni di zampogne, gridi di fanciulli esultanti, contese di giocatori... E le vie delle città grandi e piccole, dei villaggi, dei borghi alpestri o marini, eran deserte nella rigida notte. E mi pareva di andar frettoloso per quelle vie, da questa casa a quella, per godere della raccolta festa degli altri; mi trattenevo un poco in ognuna, poi auguravo:

- Buon Natale - e sparivo...

Ero già entrato così, inavvertitamente, nel sonno e sognavo. E nel sogno, per quelle vie deserte, mi parve a un tratto d'incontrar Gesù errante in quella stessa notte, in cui il mondo per uso festeggia ancora il suo natale. Egli andava quasi furtivo, pallido, raccolto in sé, con una mano chiusa sul mento e gli occhi profondi e chiari intenti nel vuoto: pareva pieno d'un cordoglio intenso, in preda a una tristezza infinita.

Mi misi per la stessa via; ma a poco a poco l'immagine di lui m'attrasse così, da assorbirmi in sé; e allora mi parve di far con lui una persona sola. A un certo punto però ebbi sgomento della leggerezza con cui erravo per quelle vie, quasi sorvolando, e istintivamente m'arrestai. Subito allora Gesù si sdoppiò da me, e proseguì da solo anche più leggero di prima, quasi una piuma spinta da un soffio; ed io, rimasto per terra come una macchia nera, divenni la sua ombra e lo seguii.

Sparirono a un tratto le vie della città: Gesù, come un fantasma bianco splendente d'una luce interiore, sorvolava su un'alta siepe di rovi, che s'allungava dritta infinitamente, in mezzo a una nera, sterminata pianura. E dietro, su la siepe, egli si portava agevolmente me disteso per lungo quant'egli era alto, via via tra le spine che mi trapungevano tutto, pur senza darmi uno strappo.

Dall'irta siepe saltai alla fine per poco su la morbida sabbia d'una stretta spiaggia: innanzi era il mare; e, su le nere acque palpitanti, una via luminosa, che correva restringendosi fino a un punto nell'immenso arco dell'orizzonte. Si mise Gesù per quella via tracciata dal riflesso lunare, e io dietro a lui, come un barchetto nero tra i guizzi di luce su le acque gelide.

A un tratto, la luce interiore di Gesù si spense: traversavamo di nuovo le vie deserte d'una grande città. Egli adesso a quando a quando sostava a origliare alle porte delle case più umili, ove il Natale, non per sincera divozione, ma per manco di denari non dava pretesto a gozzoviglie.
- Non dormono... - mormorava Gesù, e sorprendendo alcune rauche parole d'odio e d'invidia pronunziate nell'interno, si stringeva in sé come per acuto spasimo, e mentre l'impronta delle unghie restavagli sul dorso delle pure mani intrecciate, gemeva: - Anche per costoro io son morto...

Andammo così, fermandoci di tanto in tanto, per un lungo tratto, finché Gesù innanzi a una chiesa, rivolto a me, ch'ero la sua ombra per terra, non mi disse:

- Alzati, e accoglimi in te. Voglio entrare in questa chiesa e vedere.

Lo scoglio d'inverno

 Mi è stata condivisa questa bellissima foto dello scoglio della regina mentre... "urla e biancheggia il mar"



Mare d'inverno
Lo scoglio solitario
Non un gabbiano

Si fondono i colori
nell'onda spumeggiante

venerdì 3 dicembre 2021

Il Patto dell'abate nero

 

TRAMA

"13 marzo 1460, porto di Alghero. Un mercante ebreo incontra in gran segreto l’agente di un uomo d’affari fiorentino, messer Teofilo Capponi. Vuole vendergli un’informazione preziosissima: l’esatta ubicazione del leggendario tesoro di Gilarus d’Orcana, un saraceno agli ordini di re Marsilio, scomparso ai tempi di Carlo Magno. Venuta per caso a conoscenza della trattativa, Bianca de’ Brancacci, moglie di Capponi, intuisce che suo padre era coinvolto nella ricerca di quel tesoro prima di morire. Elabora così un piano e per realizzarlo chiede aiuto a Tigrinus, il noto ladro con cui ha già avuto a che fare. Tigrinus dovrà partire alla volta di Alghero e, spacciandosi per Teofilo Capponi, dovrà mettersi sulle tracce dell’oro di Gilarus e scoprire anche la verità sulla morte del padre di Bianca. Nel frattempo, a Firenze, Bianca dovrà mantenere a tutti i costi il segreto sulla missione affidata al ladro, nonostante i sospetti del capo dei birri e di Cosimo de’ Medici. Ma in pericolo, a Firenze, c’è anche il tesoro più grande che Tigrinus nasconde: la Tavola di Smeraldo... "

Piazza della Signoria Firenze

Questo libro, che ho letto in cartaceo, rappresenta la seconda parte della saga di Marcello Simoni. Qui il primo volume della saga

ll romanzo si svolge nel XV secolo, ovvero negli anni in cui la Toscana è retta da Cosimo de’ Medici: tra la Firenze e Alghero, con qualche incursione in Catalogna. La ricostruzione degli ambienti è minuziosa a tal punto che  pare davvero di trovarsi accanto ai protagonisti in una vicenda tortuosa e appassionante dai momenti che sono al contempo sia storici che individuali e avvolti sempre da un'atmosfera misteriosa. Ritroviamo Bianca de' Brancacci, che si rivela una donna forte e determinata a scoprire il mistero che avvolge la morte del padre e stabilisce un patto con Triginus, il ladro gentiluomo, dai capelli striati di bianco. L'ambientazione, oltre alla Firenze di quel tempo, piena di riferimenti storici, si arricchisce con Alghero, che nel medioevo era punto d'incontro di diverse culture.  Anche questo libro colpisce per la ricercatezza del lessico e  la terminologia tecnica,( applicata in particolare alle imbarcazioni e alle loro componenti) che però non ne appesantiscono la forma.

La storia non si conclude  nel finale... leggerò il seguito!

Molto bella questa descrizione!

"Ritta sul patibolo, col collo ancora infilato nel cappio, Bianca assisteva alla scena quasi fosse al cospetto di un evento sovrannaturale, mentre un nodo alla gola le impediva di dar sfogo sia alla gioia che all'angoscia che d'un tratto si contendevano il suo cuore.
Per un attimo era tornata bambina.
Una bambina ansiosa di riabbracciare il proprio padre.
Ma la parte più nascosta di se, quella di cui lei stessa aveva paura e si vergognava, era ben disposta ad accettare il sacrificio di quell'uomo pur di salvarsi la vita."