Porta Cerere
Anagni è un comune italiano di 20 631 abitanti della della provincia di Frosinone nel Lazio.
L'antica Anagnia capitale degli Ernici, si erge su una collina tra i monti Ernici e la Valle del Sacco. La leggenda la annovera tra le "città saturnie", le cinque città Laziali fondate dal dio Saturno
Anagni è nota come La città dei Papi in quanto il Papato scelse Anagni come luogo in cui rifugiarsi durante le lotte contro l'Impero Romano (e anche nei secoli XII, XIII e XIV) e per aver dato i natali a quattro pontefici (Innocenzo III, Alessandro IV, Gregorio IX e Bonifacio VIII). In particolare il nome di Anagni è legato alle vicende di Papa Bonifacio VIII e all'episodio noto come "Lo Schiaffo di Anagni" quando la città fu teatro delle lotte tra i Colonna, il re di Francia Filippo il Bello e papa Bonifacio VIII, che qui venne fatto prigioniero.
Lo stemma della Città di Anagni risulta costituito fin dal XII secolo
dall'aquila sul leone rampante. Lo stemma è arricchito dalle chiavi
decussate in riferimento alla sua qualità di sede papale nel medioevo e
integrato dal motto "HERNICA SAXA COLUNT QUOS DIVES ANAGNIA PASCIT". Al
di sopra delle chiavi decussate è presente una piccola croce e la sigla
SPQA, che si riferisce alla sua qualità di municipio romano. Il tutto è
sormontato da una corona dorata, simile a quella di Roma, che sta ad
indicare lo status di città, titolo del quale Anagni si fregia fin dal
medioevo.
I maggiori monumenti, tutti siti nel centro storico di Anagni, esprimono la ricchezza spirituale, la potenza feudale e la grandiosa visione del mondo che i papi anagnini nutrirono.
Anagni è stata una vera scoperta! Questo viaggio iniziato da qui ha avuto in tutto il suo percorso il profumo di gelsomini, tutti icentri storici sono ornati di questa pianta ricadente abbarbicata alle facciate delle case, fa da cornice rigogliosa ai portoni e alle finestre.
Peccato che il centro storico di Anagni non è chiuso al traffico, per cui nelle foto spesso ci sono le auto!
La Cripta di San Magno fu costruita, dal vescovo Pietro da Salerno, contemporaneamente alla Cattedrale tra il 1072 e il 1104. Essa doveva fungere da scrigno per la conservazione di tutto quello che una cattedrale ha di più sacro: le reliquie dei santi.
L’ambiente presenta tre navate trasversali rispetto a quelle della chiesa superiore e tre absidi. Le dodici colonne individuano ventuno volte che, con le rispettive pareti, sono decorate da un ciclo pittorico di eccezionale bellezza che racconta la storia della Salvezza dell’uomo, dalla sua creazione fino alla fine dei tempi. Gli affreschi sono attribuiti a tre botteghe di artisti anonimi conosciuti come Primo Maestro di Anagni o Maestro delle Traslazioni, Secondo Maestro di Anagni o Maestro Ornatista e Terzo Maestro di Anagni.
Per ragioni stilistiche e storiche i lavori di affrescatura della Cripta si collocano tra il finire del XII secolo e la prima metà del XIII secolo.
Il Tesoro del Duomo di Anagni raccoglie una campionatura particolarmente selezionata di ori, smalti, avori, reliquiari (come il cofanetto di san Thomas Becket), preziosi tessuti (famoso il piviale di Bonifacio VIII, decorato con animali simbolici che rimandano alla sua concezione del papato[4]) e antifonari in pergamena con miniature in oro. Essi, per la varietà di tecniche, manifatture, stili e provenienze, testimoniano uno dei momenti più densi e vitali della cultura artistica del duecento. Attigua alla sala del Tesoro è la medievale Cappella del Salvatore con affreschi del XII-XIII secolo. In essa sono conservate pregevoli opere lignee tra le quali spicca una cattedra episcopale del XII secolo, tra le più antiche d'Europa.
Tra i dolci di Anagni bisogna assaggiare il Pampepato o pampapato, è un dolce di forma lenticolare, tipico della Ciociaria. È composto secondo tradizione da vari alimenti; mandorle, nocciole, pinoli, pepe, cannella, noce moscata, canditi, ricavati anche dalla buccia di arance o cedro, il tutto impastato con o senza cacao, miele, farina, mosto cotto d'uva e cotto al forno (meglio se a legna). Viene solitamente consumato durante le festività natalizie. Un tempo veniva preparato in ogni famiglia con ricette che differivano leggermente una dall'altra. L'origine del nome è da ricercarsi nella doppia interpretazione Pan del Papato o Pane pepato (cioè speziato: sebbene inizialmente si facesse riferimento alla "nobiltà" dell'alimento, destinato agli altri prelati del tempo, quando il cacao fu considerato afrodisiaco il nome del dolce venne privato di ogni riferimento ecclesiale); entrambe le versioni del nome sono attendibili, legate alle sue origini o ai suoi ingredienti.La forma del dolce ricorda senza dubbio la forma della papalina.
Quante belle località hai visitato!Io invece solo Friuli e Slovenia,beata te.Buona fresca giornata.
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