domenica 16 giugno 2024

Spello


Spello, un piccolo borgo dell'Umbria incastonato tra verdi colline di uliveti è un museo a cielo aperto dove ogni pietra racconta la storia di un passato glorioso. La sua origine risale al periodo romano,  evidenziato dalla maestosa Porta Consolare, dalle mura che ancora oggi abbracciano il borgo  e dagli scavi della   villa dei mosaici dell'antica Hispellum. Le sue chiese rivelano un patrimonio artistico molto prezioso, come la Chiesa di Santa Maria Maggiore, una testimonianza del Rinascimento, con gli affreschi del Pinturicchio, custoditi nella Cappella Baglioni,

    
La Porta Consolare  era il principale accesso alla città dal versante meridionale. È costruita con conci di pietra bianca del Subasio, perfettamente levigati e uniti tra loro senza l’utilizzo di malta; a tre fornici, è un esempio di porta ad cavaedium, ossia con una sorta di cortile tra l’arco interno e quello esterno. Il fornice centrale era utilizzato per il passaggio dei carri, mentre i due minori laterali erano accessi pedonali. A sud si erge una torre medievale ben conservata, che fiancheggia la porta.
La porta venne rialzata nel fronte esterno in epoca rinascimentale, dato l’innalzamento del piano di camminamento; vi furono inoltre poste tre statue di marmo, facenti parte in origine di monumenti funerari della fine del I secolo a. C., provenienti dall’area dell’anfiteatro. Furono molteplici gli interventi di restauro e i rimaneggiamenti che si susseguirono nel corso dei secoli, e riguardarono sia la porta che la strada sottostante; il che dimostra quanto questa sia stata utilizzata in maniera costante.
In effetti, sotto l’arco centrale, sono visibili in sezione tre strati stradali appartenenti all’età preromana, romana e medievale: ciò significa che la prima strada è ancora più antica della porta, che venne eretta in età triumvirale.







       Chiesa di Santa Maria Maggiore    
 

 

 

 
Cappella Baglioni: affresco dell'Annunciazione (dai web)

Nell’intero borgo è di scena una magia sorprendente di profumi e colori da una grande varietà di fiori che spuntano dai vasi, sulle finestre, si inerpicano sui muri delle case e incorniciano portoni e balconi. Noi siamo capitate alla vigilia del Corpus Domini e abbiamo potuto assistere ai preparativi per le in fiorate che sono uno spettacolo di immensa bellezza. 

Dai fiori  e dalle piante locali viene estratta l'Acqua ai fiori di Spello che offre una gamma di profumi di grande varietà dalle essenze floreali a quelle fruttate, dalle fragranze legnose a quelle speziate.













La Villa dei Mosaici di Spello è databile tra la fine del II e l’inizio del III secolo d.C., grazie al confronto stilistico e iconografico dei mosaici.

Gli scavi hanno rilevato anche la presenza di un pavimento – e dunque una fase di costruzione – precedente i mosaici, risalente alla prima età augustea (fine I secolo a.C. – inizio I secolo d.C).

Osservando la topografia e lo sviluppo urbanistico dell’antica Spello, si può ipotizzare che la villa sorgesse lungo un ramo secondario della via Flaminia (Roma-Rimini) ed entrava a Spello da Porta Consolare.

Come detto poco sopra, è una villa a peristilio, attorno al quale sono distribuiti ben 20 ambienti, non tutti mosaicati (10 con mosaici). Alcuni sono privi di pavimentazioni e probabilmente hanno una funzione diversa (erano stanze di servizio) rispetto a quelli con i pavimenti a mosaico (stanze di rappresentanza).

Le tessere dei mosaici sono prevalentemente di tre colori: nero, bianco e rosa (gli ultimi due ricavati dalle pietre provenienti dal vicino Monte Subasio). I mosaici sono di altissima fattura, estremamente raffinati. Le tessere utilizzate hanno dimensioni piccole; questo significa che per posarle servivano artigiani estremamente abili, oltre che un tempo di lavoro molto lungo.

Dopo la fase di scavo e di studio dei mosaici è stata creata una copertura in perfetta armonia con il paesaggio circostante,  un edificio in continuità con l’ambiente: le forme ondulate richiamano quelle delle colline, il giardino pensile sul tetto riprende e solleva al cielo la vigna di fianco all’edificio.

Le vetrate sono studiate in modo che la luce entri – a seconda dell’ora del giorno – con un’angolazione diversa illuminando i mosaici con varietà. Le vetrate, ancora, sono gli occhi della villa sulla città di Spello.

Il museo è stato realizzato nella piena tutela della villa, senza invadere o modificare l’ambiente dell’edificio antico. Per fruire al meglio dei reperti, è stata scelta la soluzione di creare delle passerelle sopraelevate, perché non si poteva percorrere naturalmente a piedi il mosaico per questioni sempre di tutela.

Sono stati installati pannelli didattici in doppia lingua e anche in linguaggio Braille. È inoltre presente un apparato di vetrine che restituiscono i pochissimi elementi che sono stati evidenziati nello scavo e che raccolgono anche altri contesti provenienti dal territorio, in modo da inserire la villa nel suo contesto storico-territoriale. (Continua qui la descrizione)

 








 























1 commento:

  1. Credo che Spello sia davvero uno dei borghi più belli del centro italia.. ogni volta mi affascina.. ;)

    RispondiElimina