sabato 27 marzo 2021

Ali D'argento di Camilla Lackberg

 

Ali D'argento di Camilla Lackberg

"Grazie a un piano raffinato e crudele, Faye si è lasciata alle spalle il tradimento e le umiliazioni inflitte dall'ormai ex marito Jack e sembra aver ripreso in mano le redini della propria esistenza: è una donna autonoma, si è rifatta una vita all'estero, Jack è in prigione e la società da lei fondata, la Revenge, va a gonfie vele. Ma nuove sfide potrebbero incrinare la sua serenità così faticosamente conquistata. Sull'azienda e sul lancio del marchio Revenge negli Stati Uniti pesa una grave minaccia, tanto che Faye è costretta a rientrare a Stoccolma. Non può e non vuole rischiare di perdere tutto quello per cui ha tanto lottato. Questa volta, però, la determinazione non basta, e per risorgere dalle ceneri e riprendere il controllo della situazione ci vuole un piano ancora più diabolico. Così, con l'aiuto di un gruppo sceltissimo di donne, Faye torna a combattere per difendere ciò che è suo, e per proteggere se stessa e i propri cari." (Dal web)

La prima volta che leggo un giallo di questa scrittrice, mi ha deluso un po', tanto che stavo per abbandonarlo, ma poi ho voluto finirlo perchè è riuscito a trascinarmi e coinvolgermi fino all'ultima pagina, attraverso una narrazione molto scorrevole e dai capitoli brevi, ma intensi di suspence.

Non mi sono piaciuti sia i personaggi maschili tutti negativi e traditori, sia le donne, tutte che ostentano ricchezza e bellezza. La protagonista è diabolica e  fredda nell'attuare la sua vendetta contro il marito, il fratello e contro tutti gli uomini. Non mancano scene dettagliate di sesso che si potevano evitare.

 Penso che l'autrice in questo libro abbia voluto dimostrare che le donne possono farcela e, unite, hanno una marcia in più, e anche nel dolore, nella sofferenza o nell'umiliazione, possono trovare la forza per andare avanti insieme. Non so se sia riuscita ad avvalorare l'obiettivo del femminismo che è quello di raggiungere pari diritti tra uomini e donne e di combattere le disparità delle donne nel lavoro, nella vita e nei pregiudizi comuni, perchè i fatti e i personaggi sono poco realistici e fuori dalla norma.

 


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