Tornerò dalla guerra e guarderò negli occhi
Di chi dice che non vuole vivere,
Di chi è stufo del lavoro e scontento della TV noiosa –
Li racconterò un po’ di cose che ho visto io…
A chi ha troppo freddo d’inverno e muore di caldo d’estate
A chi si lamenta di aver aspettato il taxi troppo a lungo e di bagnarsi per
la pioggia
[racconterò] come noi avevamo paura di addormentarci anche per un attimo.
Persino quando gli spari dei GRAD coprivano i tuoni del temporale.
Ci siamo abituati a dormire sotto le cannonate
E a fare a turni perché anche gli altri potessero dormire – no, non in una
tenda…
Noi,fratello,dormivamo nei gelidi fossati
Dove soltanto i sogni e la nostalgia della casa scaldano l’anima.
Ci è capitato di bere l’acqua dalle pozzanghere
E di mangiare in dieci un biscione arrostito per cena.
Non ci ammalavamo di raffreddore, o, forse, ci
ammalavamo pure,
Ma nessuno si lamentava.
La cosa più terribile alla quale ti abitui QUI
È che ogni giorno perdi qualcuno
E non sai mai se domani potrà toccare a TE…
Eppure ci siamo abituati… Ce l’abbiamo fatta…
Non siamo eroi come ci chiamate voi.
Qui le persone impazziscono, perdono il senno
A causa della guerra, del grande dolore…
Anche se per la maggior parte si rivelano forti, più forti del sangue e
della sofferenza.
Siamo qui perché VOI lì dovete vivere nella pace,
Siamo qui perché anche noi desideriamola pace più di ogni cosa
E anche quando sono in trincea
Non penso mai alla tomba.
Penso alla casa, al lavoro, alla famiglia
Quanta voglia di togliermi di dosso tutta questa corazza!
Aiuta te stesso, comincia ad amare la vita
Dove c’è pace, c’è felicità
Non cercare mai il male…
Oleksandr Ivanyts’kyj,
traduzione dall’ucraino di Olena Ponomareva
Infinita tristezza , avvolta dal grande dolore delle perdite umane che questa guerra in atto in Ucraina come tutte le altre che ancora esistono nel mondo .
RispondiEliminaUn abbraccio cara maestra e grazie per averci fatto conoscere questo scrittore .
Rosy