«A un imperatore melanconico, un viaggiatore visionario racconta di
città impossibili. Quello che sta a cuore al mio Marco Polo è scoprire
le ragioni segrete che hanno portato gli uomini a vivere nelle città,
ragioni che possono valere al di là di tutte le crisi. Le città sono un
insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un
linguaggio; le città sono luoghi di scambio, ma questi scambi non sono
soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di
ricordi.» Italo Calvino
Italo Calvino è uno degli autori da me preferiti, ho audio-ascoltato questo testo, composto di 9 capitoli, in cui avviene il dialogo tra l'imperatore dei Tartari Kublai Khan e Marco Polo
"Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra.
– Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? – chiede Kublai Kan.
– Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra, – risponde Marco, – ma dalla linea dell’arco che esse formano.
Kublai Kan rimane silenzioso, riflettendo. Poi soggiunge:
– Perché mi parli delle pietre? È solo dell’arco che m’importa.
Polo risponde: – Senza pietre non c’è arco."
Marco Polo descrive 55 città che hanno nomi di donna, in un modo quasi fiabesco, ma come simbolo della complessità e del disordine della realtà e appaiono come il tentativo di dare un ordine a questo caos del reale .
Perché ciò che Calvino vuole mostrare, come da lui stesso affermato
alla fine del libro, è “l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che
formiamo stando insieme” e i due modi per non soffrirne: “Il primo
riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al
punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e
apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”
Ma queste città sono anche sogni, come dice Marco Polo: “tutto
l'immaginabile può essere sognato ma anche il sogno più inatteso è un
rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura. Le
città come i sogni sono costruite di desideri e di paure, anche se il
filo del loro discorso è segreto, le loro regole assurde, le prospettive
ingannevoli, e ogni cosa ne nasconde un'altra”
[,,. una è la città in cui s'arriva la prima volta,
un'altra quella che si lascia per non tornare; ognuna merita un nome
diverso.."
E' un libro che mi propongo di leggere in cartaceo.
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