Lo scorso anno ho frequentato un corso di scrittura creativa nel mondo virtuale di Craft, diretto dalla prof.ssa Lorenza Colicigno. Mi sono cimentata in questa mia prima esperienza e in attesa che tutti i lavori del gruppo dei partecipanti al corso vengano pubblicati, insieme a tutte le esperienze molto coinvolgenti, voglio riportare questo mio racconto qui nel blog.
In fuga su una zattera sumera
Seduta davanti al camino, Elena è nella sua casa, dopo una giornat,a di lavoro, ha bisogno di rilassarsi. Accende il suo pc e con un clic va su Pianeta 3D, un mondo immateriale tridimensionale, a cui si è iscritta da poco. Qui, in questo luogo incantato, silenzioso, sospeso tra cielo e terra, in un’isola deserta che si riflette nel mare dai colori cangianti, a seconda della luce del giorno, appena libera dal lavoro di avvocata, le basta un clic per ritrovarsi in una nuova dimensione, dove ogni rumore della vita è attutito e resta in lontananza. Si muove cauta, ma allo stesso tempo è desiderosa di nuove conoscenze e avventure in quel nuovo mondo.
Nascosta nel suo avatar, è una giovane donna attraente, ha un trucco leggero, occhi azzurri, indossa un abito sportivo, pantaloni attillati e maglietta scollata e aderente dello stesso colore, si muove con disinvoltura facendo ondeggiare i lunghi capelli biondi, cammina speditamente e riesce a saltare o a volare da un posto all’altro. Si guarda intorno e vede qualcuno seduto su una panchina di fronte al mare.
Si avvicina quasi timorosa, quando si sente chiamare, è Amdir, (colui che vigila, è il significato del suo nome) l’avatar di un trentenne dalla voce maschile, d’altra parte solamente la voce, in questo mondo immateriale potrebbe essere vera!
− Ciao! Chi sei? − Non può trattenersi dal chiedere (Anche se sospetta di ricevere una risposta che non sempre corrisponde a verità).
− In questo mondo possiamo essere quello che vogliamo e io qui sono un appassionato di storia. E tu chi sei?
− Io sono alla ricerca di nuovi mondi! Mi sto ambientando, giro un po’ di qui, un po’ di là… Ho capito che potrei diventare chiunque io voglia essere, potrei creare il mio io che ho sempre sognato, potrei cambiare il mondo!
− Vuoi che ti accompagni sull’isola delle donne scrittrici? – Le chiede Amdir.
Lei risponde di sì, si accorge che le ha inviato un teleport e con un clic è subito da lui.
Elena rimane subito colpita dalla barca dei Sumeri, sulla vela un’iscrizione: Una stanza tutta per sé, Enheduanna, signora di tutti i Me.
1. Regina di tutti i me, troppo numerosi per tenerne il conto,
che sorgi come una luce splendente
2. Donna determinata, rivestita di fulgida radianza,
amata da Anu ed Urash (la moglie di Anu),
3. Prediletta di Anu,
tu sei grande su tutti i sigilli,
4. Tu che ami la giusta corona,
che è perfetta per il sacerdote,
5. resa potente da tutti i suoi sette me …
6. mia regina! Tu sei la custode di tutti i grandi me!
7. Tu che hai preso i me,
tu che hai tenuto i me nelle tue mani.
8. Tu hai riunito i me,
tu li hai tenuti stretti al tuo petto.
9. Come un drago, tu scagli veleno sulla terra del nemico.
10. Nelle regioni dove saetti come il dio Ishkur (o Ninurta),
Asnan non esiste più, secondo il tuo volere.
11. Acque turbinanti inondano le terre del nemico
12. Tu sei la Suprema in Cielo e in Terra, tu sei Inanna!
Elena resta affascinata da quella scritta, le sembra di ascoltare una voce che proviene dalla profondità del tempo, non conosce questa scrittrice e vorrebbe saperne di più. Si trova nell’atmosfera giusta per essere trasportata nel terzo millennio A.C. e si mette ad ascoltare la voce di questo sconosciuto, pur con una certa diffidenza. Ma Amdir, nota la sua titubanza e la rassicura dicendole che la storia di Enheduanna è emersa dalle scoperte archeologiche, due grandi sigilli appartenenti al periodo di Sargon, su cui è inciso il suo nome, entrambi rinvenuti nella necropoli di Ur[Uruk, nell’odierno Iraq].
Poi le dice: − Ora ti invio un teleport, seguimi, se vuoi saperne di più!
Elena, incuriosita accetta e si trova alle mura della città di Ur, che le appare, in quel mondo immateriale, in tutto il suo splendore, come uno dei primi grandi centri urbani della civiltà sumera.
Esterrefatta, non crede ai suoi occhi, ha la sensazione di essere catapultata in quella civiltà. Cammina sulle strade lastricate e tra viali alberati di palme, si sofferma ad osservare i giardini pensili, è completamente immersa in quel tempo antico tra scuole, poeti, scribi e artigiani di favolosi lavori di arte e architettura.
Si spinge fino al centro della città, dove le appaiono i templi in tutta la loro bellezza e maestosità e tra essi lo ziggurat di UR, una costruzione in mattoni su tre livelli, con tre rampe di scale, simile ad una piramide egizia.
Allora Amdir la invita a salire e le racconta che in quel tempio, dedicato al dio Nanna, dio della luna sumera, nel Giparu, la parte più alta del tempio, probabilmente il luogo dove Enheduanna viveva, fu trovato uno splendido disco di alabastro, che contiene non solo il suo nome, ma anche altre informazioni sul suo conto. Elena legge l’iscrizione sul disco:
“Enheduanna, sacerdotessa zirru, sposa del dio Nanna, figlia di Sargon, re del mondo, nel tempio della dea Inanna”.
Poi osserva alle pareti del tempio, tra piastrelle smaltate multicolori, le immagini di reperti e, dalle didascalie scopre, altre notizie. Il suo nome significa sacerdotessa, ornamento del dio (o della dea)”,vissuta nel 2285- 2250 a.C. circa. Era figlia del famoso re Sargon e della regina Tashlultum, le venne conferito il titolo di En, "alta sacerdotessa" del dio Nanna, il dio della luna sumera, una divinità amata e potente.
Nel corso degli anni vissuti nel complesso del tempio di Nanna, Enheduanna aveva scritto quarantadue inni, noti come "Inni del Tempio". In essi, descriveva le città in cui si ergevano i grandi templi e gli dei e le dee a cui erano dedicati. Il più famoso è la "Exaltation of Inanna", un poema di 153 righe scoperto nel 1968 dagli assiriologi William W. Hallo e J.J.A. van Dijk. Allora Elena chiede con una certa apprensione:
− Gli "Inni del Tempio", scoperti solamente nel 1968? −
Amdir chiarisce subito: − Sì, questo è avvenuto perchè solo allora sono state ritrovate numerose testimonianze scritte che ci permettono di identificare con certezza il nome dell’autrice, in quanto la maggior parte degli scritti provenienti dalla biblioteca di Assurbanipal sono anonimi.
− Mi meraviglio che non si sia data importanza a questi scritti, − osserva Elena − considerando che la scrittura cuneiforme dei Sumeri è stata una delle prime scoperte della storia!
Allora Amdir aggiunge:
− Enheduanna era consapevole dell’enorme lavoro svolto e del suo talento religioso, politico e letterario, perciò aveva firmato tutti i suoi scritti e fu la prima scrittrice a scrivere in prima persona. I suoi inni furono copiati dagli scribi per cinque secoli. Per la sua capacità creativa e l'influenza che ebbe sulle generazioni future di scrittori mesopotamici Enheduanna fu definita la "Shakespeare della letteratura sumera".
− Scusa! − Lo interrompe Elena, incuriosita, − Voglio leggere un inno che appare su questo menu a tendina, un inno di ringraziamento alla dea per averla riammessa al tempio, dopo l’esilio.
Poi aggiunge:
− Mi spieghi di cosa si tratta?
− Come vedi, Enheduanna è una donna che parla di amore e di felicità, ma che si è dovuta anche confrontare con sentimenti più duri, come il dolore, la perdita e l’esilio.
-Le sue composizioni fanno rivivere le principali divinità mesopotamiche e indicano dove si trovano i loro templi, ma sono soprattutto preghiere che emanano umanità, parlano di speranza e narrano dei timori della vita di ogni giorno. Se sei interessata, puoi continuare a leggere cliccando sulle immagini delle tavolette sumere, che vedi in quel riquadro!
E allora Elena, più che mai interessata, legge qualche altro inno e scopre altri particolari.
Enheuanna è sacerdotessa-principessa e poeta e attraverso la lingua della devozione, espressa in poesia, celebra contemporaneamente la propria liberazione spirituale e psicologica dal ruolo di figlia obbediente, da un padre molto autorevole. È figlia di Sargon di Akkad, ma sceglie di scrivere in lingua sumerica, nonostante l’accadico fosse la lingua della famiglia e la lingua ufficiale dell’impero del padre, proprio per affermare la sua autodeterminazione come donna.
Poi Elena esclama:− L’esistenza di questa poeta è confermata da questi suoi scritti! Allora non si tratta di una figura leggendaria!
−Sì, giusto! − Amdir cerca di puntualizzare −Secondo gli storici il ruolo della principessa è stato senza dubbio importante per consolidare l’impero del padre. Sargon ripose grande fiducia in sua figlia, affidandole il compito delicato di fondere le credenze religiose e le divinità dei Sumeri con quelle degli Accadi, in modo da dare la necessaria stabilità interna.
−Ma che meraviglia! – Esclama Elena – Oltre ad essere la prima poeta, fu anche la prima ambasciatrice di pace, la prima mediatrice culturale!
−Forse riuscì a fondare il primo impero multiculturale e multilingue del mondo! Fu veramente una donna geniale!
Successivamente Elena si sofferma quasi estasiata di fronte ad una foto che riproduce una scultura di Enheduanna e immagina questa donna antica, colta, dalla personalità forte e incisiva, che ricopriva ruoli diversi in quella società complessa come quella della Mesopotamia e vede nella sua storia le donne che camminano sulle strade dell’oggi, nel nostro tempo. In lei si può cogliere il vessillo dell’emancipazione e del riscatto, il coraggio di decidere, la volontà di vivere in sé e per sé.
Infine esce fuori dal tempio seguendo Amdir. Dall’alto della scalinata fa uno zoom per dare un ultimo sguardo alla città, guarda la doppia cinta di mura, le case di mattoni, i numerosi canali di irrigazione, la foce del Tigri e dell’Eufrate...le sembra di rivivere saghe e racconti di antichi miti.
Poi esclama:
− Wow! E’ stata una vera immersione nella storia di questa donna, attraverso il suo passato possiamo spiegarci il presente! Ogni donna dei nostri tempi può scoprire il femminile che ci determina, ogni donna sa di avere tanti <me>!
Poi rivolgendosi ad Amdir: − Una mia curiosità, come mai tu hai tanto interesse per le scrittrici donne?
− Come ti ho detto, sono appassionato di storia e la storia è fatta anche di donne che non hanno avuto voce, hanno avuto l’infortunio dell’oblio e da secoli non aspettano altro che far parte della storia.
Questa donna mi ha particolarmente colpito per i suoi <me>!
E tu in quali di questi <me>ti ritrovi?
− Oggi non sono in vena di confidenze con sconosciuti, magari se ci incontriamo qualche altra volta possiamo parlarne. Comunque grazie! Non sapevo che in questo mondo immateriale si potessero trovare queste perle di cultura!
Elena con un clic esce da Pianeta 3D e ritorna alla sua vita reale. Lei è una donna indipendente, vive da sola nella sua casa, appassionata del suo lavoro di avvocata, esperta di diritti civili delle donne, svolge la sua professione in uno studio famoso di Napoli, in una zona del Vomero.
Ripensa a quell’incontro interrotto così bruscamente, pensa a quel mondo virtuale dove può volare con la semplicità con la quale cammina, può teletrasportarsi in ogni dove, persino nel tempo! Vorrebbe poterlo fare anche nel mondo reale, ma sta vivendo un periodo di crisi, avverte un senso di vuoto e di solitudine.
Non ha più certezze e capisce una volta per tutte che il mondo non è come lo immaginava finora. Nulla dura per sempre e avverte un senso di solitudine.
Ha compiuto da poco quarant’anni e forse i suoi primi capelli bianchi le fanno fare un consuntivo della sua vita.
Le viene in mente una frase ripetuta sempre da sua mamma “Senza un uomo accanto, una donna non è nulla”… Lei non ha mai creduto a questi pregiudizi ed ha lottato sempre per la sua indipendenza, infatti aveva scelto una professione strutturata al maschile, che non prevedeva la declinazione al femminile ed ha preteso sempre essere chiamata “avvocata”.
Laureata con il massimo dei voti, era stata rifiutata da vari studi, perché donna, poi era stata accolta in uno studio di soli colleghi maschi che ne avevano apprezzato le doti di intuito, una naturale capacità di ascolto e un’intelligenza emotiva che le consente di entrare in empatia con i problemi delle clienti. Si è sempre battuta per la giustizia di genere, ma ultimamente la costante e impari lotta per competere con il potere dei suoi colleghi maschi nelle aule dei tribunali, l’ha un po’ stancata. Ha osato un po’ troppo scontrarsi con dei colleghi delle controparti, eppure ha agito sempre con estrema attenzione e cautela nel rispettare il codice deontologico nel rapporto professionale!
Da un po’ di tempo ha paura anche di controllare le mail, riceve offese e minacce da un cyberstalking, ha qualche sospetto, ma non riesce a trovare alcuna prova per denunciarlo, in quanto cambia spesso identità e invia le mail da un server estero, per cui è impossibile individuarlo. Quella sera però, si fa coraggio, apre le mail e trova un messaggio di Amdir: “Ci vediamo domani sera su Pianeta 3D, ti porto a teatro, c’è una rappresentazione su Enheduanna. Ciao!”
Elena rimane sconvolta.
− Com’è possibile? Non gli ho dato il mio indirizzo, né alcuna password!
Mi ha teso una trappola! Questo è uno di quelli che s’intrufolano nella tua vita, senza chiederti il permesso! Sarà un pervertito!
Elena sa che in questi universi virtuali si annidano gli stessi pericoli della vita reale. Droga, pedofilia, prostituzione, stupri: poco importa che non si tratti di vita reale, il rischio è lo stesso! Perciò si sta avvicinando a questi Mondi virtuali con estrema cautela e non avrebbe mai dato il suo indirizzo al primo avatar incontrato!
Comunque vuole vederci chiaro e la sera successiva, con un clic entra in Pianeta 3D. In bacheca legge l’avviso: “Alle ore 21, Syusy Blady recita l'Inno a Inanna, dal Poema più antico del mondo di Enheduanna.”
Vede che Amdir è on line e gli scrive in chat:” Come hai fatto ad avere il mio indirizzo di posta elettronica?”
Lui subito risponde:”Non è così! Incontriamoci su quella panchina vicino al mare e ti chiarirò tutto!”
Allora Elena siede sulla panchina, osserva il mare leggermente increspato e resta estasiata nel riflesso della luna piena che disegna sulle onde un flebile scintillìo argenteo sulle onde. Potrebbe rilassarsi, rapita dalla meraviglia del paesaggio, ma rimane perplessa nelle sue preoccupazioni. Subito arriva Amdir e, con una voce suadente, le dice che lui nella vita reale è un investigatore informatico che fornisce consulenze tecniche su richiesta, non solo di privati, ma anche di giudici, pubblici ministeri e Forze dell’Ordine, le dà tutte le sue credenziali e indirizzi e le promette di aiutarla a scoprire questo mittente sospetto. Poi aggiunge:
− Potrebbe essere un hacker che ti sorveglia anche su Pianeta 3D, perciò si firma con il mio nome! Potrebbe anche appropriarsi del mio avatar! Massima attenzione ma non preoccuparti! Andiamo a goderci questo spettacolo a teatro!
E così la teletrasporta a teatro, lo spettacolo è già iniziato: le danzatrici ballano al ritmo di musica con simboli e gesti che ricordano divinità antiche. Poi al tintinnìo di campanelli appare Enheduanna, avvolta in un mantello rosso che le copre anche il viso, con una voce squillante e potente recita con una certa enfasi:
“Io sono stata mandata dal potere
e sono giunta su quelli che si riflettono in me
Prendetemi con voi
ovunque voi siate
in qualunque tempo
Non ignoratemi
perché io sono la prima e l’ultima
L’onorata e la derisa
La meretrice e la santa
La moglie e la vergine
La madre e la figlia
La sterile dai molti figli
La compassionevole e la crudele
Stai in guardia
Non odiare la mia obbedienza…
Quando sono debole non abbandonarmi
E non temere il mio potere.” (Qui il video )
Elena viene coinvolta in un ascolto emozionale attraverso questo monologo e riconosce in questa donna leggendaria, che canta la sua dea, il ruolo di archetipo femminile. Lei è contemporaneamente regina della terra e del cielo, della materia e dello spirito, dell’oscurità e della luce, dell’abbondanza della terra e guida celeste. Incarna il femminile regale e indipendente dalle tante sfaccettature: guerriera, amante, madre, seduttrice. Può rappresentare il modello ideale della donna moderna, spesso madre e donna emancipata e donna dai tanti “me” al tempo stesso.
La prima poetessa della storia, la prima a firmare le proprie opere, parla dei sentimenti, della vita e della religione e fa della poesia la Dea di tutte le dee.
Elena si lascia coinvolgere da una carica emotiva, ha bisogno di riflettere, ringrazia Amdir e gli confessa che comincia ad avere fiducia in lui:
− Ho trascorso una serata veramente distensiva, in questo viaggio nel tempo, sei stato il mio Virgilio! Ci sentiamo per risolvere anche il problema dell’hacker?
− Sì! Inviami la tua password per accedere alla posta!
Elena esce da Pianeta 3D, ma prima di disconnettersi controlla il profilo di Amdir sui social. Scopre che vive a Milano e che è un investigatore informatico, quindi tutto dovrebbe corrispondere a verità. Tira un sospiro di sollievo e gli invia la sua password. Poi si abbandona sul divano.
È una notte inquieta e buia. Una di quelle da passare insonni, con stormi di pensieri carichi di ansia e di solitudine. Sente l’eco del canto di Enheduanna: “Prendetemi con voi in qualunque tempo…” riconosce se stessa, rivede alcune donne sue clienti, violentate, abbandonate, derise e maltrattate…Prende coraggio e sale su quella zattera sumera in cerca di una via di fuga dalle sue paure.
Un bel racconto.
RispondiEliminaPenso che fuggire dalle proprie paure non sia facile.
RispondiEliminaUn caro saluto
Rakel