Le Parole delle Donne di Lorenza Colicigno
Le parole delle donne
non si cancellano,
le loro parole
scorrono nel tempo
portate dall’acqua
fertile delle idee,
così le parole delle donne
giungono fino a noi,
e vanno oltre il tempo,
oltre la fragilità del corpo,
oltre la violenza dell’oblio.
Le immagini sono tratte da "La Città delle Donne", progetto “Fuori dal labirinto – Una stanza tutta per sé”, a cura di Lorenza Colicigno, builder Tonino Lane, costruita in OpenSim Craft Word.org:8002:noilab. Esse vogliono testimoniare momenti di dialogo con protagoniste d'altri tempi che con i loro scritti hanno preparato il riscatto delle donne dal silenzio imposto dalla cultura patriarcale e la diffusione della consapevolezza dei loro diritti come diritti umani, premessa per la sperata fine di ogni violenza contro di loro.
Nulla può lo scorrere dell'acqua, in genere simbolo di oblio e cancellazione, contro la forza delle loro parole, che resistono all'azione distruttiva del tempo e a qualsiasi altra forma di cancellazione. Qui l'acqua infatti è vista come portatrice di fertilità, come veicolo di trasmissione di valori positivi.
L'installazione dà voce, dunque, alle scrittrici che nel corso dei secoli hanno difeso e testimoniato il valore del pensiero femminile e la qualità di competenze ampiamente dimostrate.
Le scrittrici rappresentate in queste immagini sono Eneduanna sec. XXIV a. C., Sulpicia sec. I a. C., Eloisa sec. XII sec. p. Ch., Christine de Pizan sec. XIV sec, Isabella Morra, sec. XVI, Arcangela Tarabotti sec. XVII, Aurora Sanseverino sec. XVIII, Mary Shelley sec. XIX, Wirginia Woolf sec. XX, Donne afgane sec. XXI. Raccontano la loro storia e discutono della situazione della donna nel tempo con una donna contemporanea.
"La città delle Donne" di Lorenza Colicigno
Ne "La città delle Donne" Lorenza Colicigno ha voluto esprimere un’idea forte, una visione forte, e quindi un contenuto/messaggio da comunicare, una storia da narrare, avendo un’ipotesi di fruitore ideale (in cui si possa intravedere il fruitore reale) e il supporto di una tecnologia che consente di “abitare” l’idea e il contenuto/messaggio, di entrare a far parte della storia, insieme a numerose compagne di viaggio. Per diventare “abitanti” dell’idea, della storia, nella spazialità immateriale è necessario che immagini, parole, suoni diventino così potenti da supplire anche ai sensi che inevitabilmente l’immateriale mette ai margini.
L’idea che presiede al progetto “Fuori dal labirinto – Una stanza tutta per sé” è quella di porre rimedio all’esclusione delle voci delle scrittrici dalla trasmissione letteraria, oggi non più giustificabile grazie alla conquista dell’idea di parità tra i generi, conquista recente ma consapevolmente o inconsapevolmente preparata dai contributi dalle circa 90 scrittrici che trovano sull’isola NoiLab (OpenSim Craft Word.org:8002:noilab) la loro “stanza tutta per sé”, eredità ideale e concreta della riflessione di Virginia Woolf.
Il progetto, per narrare questa storia, prevede la costruzione, ad opera dell’owner Tonino Lane, di edifici destinati ad accogliere le scrittrici di diversi periodi storici, prevalentemente poete, nelle loro stanze.
Il percorso parte dall’età dei Sumeri, con la poeta Enḫeduanna, la cui biografia è installata sulla vela di una barca sumera, a significare il grande viaggio della cultura e della poesia che nasce donna, in particolare.
La struttura degli edifici rimanda a diversi periodi storici, dall’οικία greca alla domus romana, al monastero medievale, ai palazzo urbano del Trecento, alla corte rinascimentale, qui rappresentata, per contrasto, dal castello periferico di Isabella Morra a Valsinni, dagli edifici barocchi, che per primi sfidano il geometrismo dell’architettura classica, al ritorno ad essa nei palazzi del Settecento, entrambi sedi di colte Accademie, alle signorili costruzioni dell’Ottocento, dove si formano e risiedono poeti e poete, narratori e narratrici risorgimentali e positivisti, per giungere alla prima vera sfida alla struttura architettonica tradizionale, basata su moduli angolari, con l’Endless kiesleriana, fino al Duemila, e oltre, con un Duemila proiettato verso un futuro visionario in una nuova sintesi tra umanità e natura, progetto quest’ultimo che porta la firma di Fabio Fornasari e ed è stato realizzato da Tonino Lane in linea con l’idea fornasariana delle case vaganti in un grande bosco orizzontale, tra natura e ipertecnologia.
All’evolversi delle strutture si affianca il contemporaneo evolversi della cultura verso una valutazione più equa del contributo delle scrittrici all’evolversi di modelli e stilemi letterari, con la conseguente progressiva emersione di figure di donne, non solo nella produzione, ma anche nella divulgazione letteraria.
La limitata presenza di scrittrici nelle letterature europee dipende, di fatto, non tanto dal numero ridotto di esse, bensì dalla limitata diffusione delle loro opere fino all’oblio, dovuta al fatto che i luoghi della trasmissione culturale sono stati, e lo sono di fatto ancora oggi, governati principalmente da figure maschili e dal persistere, in generale, di una lettura per stereotipi della tradizione letteraria.
Il progetto prevede laboratori di scrittura, condotti da Lorenza Colicingo, dedicati a persone di età diversa: dagli alunni delle scuole primarie fino agli studenti univeristari e ai cultori della scrittura letteraria.
Ma oggi "E' il tempo per le donne di parlare di violenza e di silenzio".
Tratto da FB e da CRAFT
Interessante!! Speriamo che tutte le voci , che si levano da più parti, possano contribuire a porre fine ad ogni forma di violenza, sulle donne, sui più deboli. Nei giorni scorsi ho dato un'occhiata a Craft, ci devo tornare per approfondirne la conoscenza. Purtroppo ho un vecchio PC che è alla fine dei suoi giorni e non mi permette di far molto ma presto ne comprerò uno nuovo. Saluti
RispondiEliminaPer accedere in craft anche io ho dovuto cambiare il portatile, perchè quello vecchio non cela faceva e si bloccava sempre.A presto!
EliminaDa uomo non posso che vergognarmi per le violenze compiute da tanti esponenti del mio sesso
RispondiEliminaPurtroppo questa piaga non si riesce ad estirpare!
EliminaGrazie del commento!
La violenza sulle Donne è qualcosa di così anti civile, anti culturale anti umano che l’esistenza dell’essere umano possa proporre.
EliminaLa violenza parla quando manca l'educazione alla gestione delle emozioni e questo, purtroppo, è una cosa spesso trascurata nei ragazzi che poi diventano uomini violenti. :-(
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