Nella città delle donne in Craft ,mi sono imbattuta in Aurora Sanseverino, una scrittrice lucana del settecento.
Aurora Sanseverino Aurora Sanseverino nacque a Saponara, oggi Grumento Nova
(Potenza), il 28 aprile 1669 (o 1667, secondo una ricerca genealogica)
da Carlo Maria, principe di Bisignano e da Maria Fardello principessa di
Pacecco.
Le fu dato il nome di Aurora forse perché in un famoso dipinto del tempo, eseguito dall’abate Giovanni Ferro ed intitolato “L’Aurora”, era raffigurata una bellissima fanciulla che spargeva fiori sul mondo.
Fin da bambina mostrò intelligenza sveglia e carattere tenace, tanto da indurre i genitori a coltivare queste doti.
Suo padre era appassionato di letteratura, pittura e musica,
al punto da far costruire nel suo palazzo, abbellito ed ampliato,
addirittura un teatro. Così ella, sulle orme paterne, si avviò agli
studi, sotto la guida di ottimi precettori. Studiò varie discipline, fra
cui il latino, la filosofia e la storia, mostrando grande passione per
la poesia e la musica.
Nel 1691 si iscrisse all'Accademia dell'Arcadia di Roma, dove ebbe come maestro il canonico Giovanni Mario Crescimbeni ed assunse il nome di Lucinda Coritesia, componendo diverse poesie. La Sanseverino frequentò anche l'Accademia degli Spensierati di Rossano, presieduta da Giacinto Gimma. Fu anche membro della Colonia Sebezia di Napoli e dell'Accademia degli Innominati di Bra con lo pseudonimo La Perenne.
I suoi scritti, costituiti da poesie e testi per musiche, sono composti, ovviamente, secondo lo stile dei poeti arcadici ma (sempre secondo Marrocco) se ne differenzierebbero alquanto per i sentimenti espressi, la vivacità e la sincerità. Nella composizione delle sue poesie Aurora seguiva, come riferiscono gli studiosi, i modelli di Petrarca, Della Casa e Criscimbeni.
Tuttavia, si diffusero al tempo alcune critiche che ne diedero un'immagine del tutto differente, accusandola di spacciare poesie altrui per proprie, di concedere appoggio e protezione solo a chi mostrava adulazione e di una relazione extraconiugale con il segretario Niccolò Giuvo. Queste critiche, provenienti da fonti anonime, non hanno mai fornito prove sufficienti in grado di attestarne la veridicità[1
Gran parte della sua produzione è andata perduta, con soli pochi sonetti e alcuni stralci di commedie musicali a testimoniare la sua attività letteraria. Benché parte della critica moderna abbia bollato il suo lavoro come «non godibile e sostanzialmente artefatto», l'attività poetica della Sanseverino trovò un estimatore come Niccolò Tommaseo, che considerò i suoi componimenti «de' più sentiti ch'abbia la raccolta»Un esempio della sua poesia
Poveri fior !
Poveri fior! destra crudel vi coglie,
v'espone al foco, e in un cristal vi chiude.
Chi può veder le violette ignude
disfarsi in onda, e incenerir le foglie!
Al giglio, all'amaranto il crin si toglie
per compiacer voglie superbe e crude,
e giunto appena aprile in gioventude
in lagrime odorose altrui si scioglie.
Al tormento gentil di fiamma lieve
lasciando va nel distillato argento
la rosa il foco, il gelsomin, la neve.
Oh di lusso crudel rio pensamento!
per far lascivo un crin vuoi far più breve
quella vita, che dura un sol momento.
Lucinda Coritesia
Pastorella Arcade
Grazie, non conoscevo questa autrice.
RispondiEliminasinforosa
Ciao cara , nemmeno io conosco questa scrittrice , interessante quanto hai scritto . Grazie per aver postato la sua poesia e storia .
RispondiEliminaUn abbraccio augurandoti buon fine settimana.
Rosy