Libro autobiografico, ma dal valore universale, per le riflessioni sulla malattia, sui pregiudizi e sulla vita nelle periferie delle città.
L'autore ripercorre tutta la sua vita iniziando da quando
aveva 31 anni, nel 2016, gli viene la febbre e non va più via. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, pensa di avere una malattia incurabile. Vive con un'ansia stressante fino al giorno in cui non arriva il risultato del test dell’HIV e scopre che è sieropositivo e ne è quasi sollevato.
aveva 31 anni, nel 2016, gli viene la febbre e non va più via. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, pensa di avere una malattia incurabile. Vive con un'ansia stressante fino al giorno in cui non arriva il risultato del test dell’HIV e scopre che è sieropositivo e ne è quasi sollevato.
La storia si dipana su due piani, alterna capitoli in cui viene trattata prima l’infanzia e poi
l’adolescenza, ad altri nei quali è invece centrale il momento della
scoperta della malattia, della debilitazione fisica, dei problemi a essa
collegati, della rinascita. Ci accompagna indietro nel
tempo, nella periferia in cui Jonathan è figlio di genitori ragazzini che
presto si separano; viene allevato da due coppie di nonni, vive a
Rozzano, il Bronx del Sud (di Milano), il paese dei tossici, degli
operai, delle famiglie venute dal Sud per lavori da poveri, dove le
case sono alveari e gli affitti sono bassi, dove si parla un misto di
milanese, siciliano e napoletano.
Jonathan Bazzi in "Febbre" ci parla di fragilità, di paura,
e anche di coraggio e speranza, riesce a farlo in un modo veramente coinvolgente.
L'autore
Jonathan Bazzi è nato a
Milano nel 1985. Cresciuto a Rozzano, estrema periferia sud della città,
è laureato in Filosofia. Appassionato di tradizione letteraria
femminile e questioni di genere, ha collaborato con varie testate e
magazine, tra cui Gay.it, Vice, The Vision, Il Fatto.it. Alla fine del
2016 ha deciso di parlare pubblicamente della sua sieropositività con un
articolo (“Ho l’HIV e per proteggermi vi racconterò tutto”) diffuso in
occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS.
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