mercoledì 28 dicembre 2022

Mostra di immagini AI

Mostra di Sergej Zarf, dal titolo "Stylistic Contami-Nations - Human Brain AI", a Voxel 4 nella regione Uqbar 2 a Craft World.

Una mostra  eccezionale di immagini che rappresentano paesaggi del passato, del presente e del futuro.

 

Human Brain + AI è una mostra immersiva di immagini elaborate da un testo attraverso un algoritmo di intelligenza artificiale e la creatività dell'artista










 

Dalla note card  dell'artista

*La mostra “Stylistic contaminations” - Human Brain + AI*

Parlare di "immagini create al computer" non ne rende l'effettiva complessità e profondità, dietro c'è una mescolanza di tecniche che significano lavoro ed esperienza degli artisti che ci hanno preceduto, raccolte in algoritmi e processate secondo l'estro e la ricerca di chi si interfaccia alla IA in un dialogo sempre in due direzioni, tu scrivi e l'IA risponde per immagini che stuzzicano la tua fantasia creando ulteriori aperture e stimoli ... intelligenza umana ed artificiale che si rincorrono in un gioco sempre nuovo.

Scherzando, ma forse non troppo, probabilmente se in questi giorni fosse tra noi Giorgio Vasari direbbe che siamo di fronte ad un nuovo tipo di manierismo, un cybermanierismo.

Nella locandina, la divisione della parola è legata ad un gioco di termini: "Nations" da sola significa ovviamente "nazioni" e sottolinea il nostro essere totalmente immersi in continue contaminazioni di stili... una cosa che salta agli occhi guardando delle opere mentre non facciamo più caso nella nostra quotidianità alla diversità culturale globale in cui siamo immersi. Una ricerca che spazia dalle produzioni artistiche all'osservazione di quanti diversi elementi compongono appunto le nostre vite nel tempo, poggiandosi sulle riflessioni che l’antropologo americano Ralph Linton proponeva ai suoi studenti nella sua “Prima lezione di antropologia”, estratto da un suo articolo del 1937:

“Il cittadino americano medio si sveglia in un letto costruito secondo un modello che ebbe origine nel vicino Oriente. Egli scosta le lenzuola e le coperte che possono essere di cotone, pianta originaria dell’India; o di lino, pianta originaria del vicino Oriente; o di lana di pecora, animale originariamente addomesticato nel vicino Oriente; o di seta, il cui uso fu scoperto in Cina. Tutti questi materiali sono stati filati e tessuti secondo procedimenti inventati nel vicino Oriente. Si infila i mocassini inventati dagli indiani delle contrade boscose dell’Est, e va nel bagno, i cui accessori sono un misto di invenzioni europee e americane, entrambe di data recente. Si leva il pigiama, indumento inventato in India, e si lava con il sapone, inventato dalle antiche popolazioni galliche. Poi si fa la barba, rito masochistico che sembra sia derivato dai sumeri o dagli antichi egiziani. Tornato in camera da letto, prende i suoi vestiti da una sedia il cui modello è stato elaborato nell’Europa meridionale e si veste. Indossa indumenti la cui forma derivò in origine dai vestiti di pelle dei nomadi delle steppe dell’Asia, si infila le scarpe fatte di pelle tinta secondo un procedimento inventato nell’antico Egitto, tagliate secondo un modello derivato dalle civiltà classiche del Mediterraneo; si mette intorno al collo una striscia dai colori brillanti che è un vestigio sopravvissuto degli scialli che tenevano sulle spalle i croati del XVII secolo. Andando a fare colazione si ferma a comprare un giornale, pagando con delle monete che sono un’antica invenzione della Lidia. Al ristorante viene a contatto con tutta una nuova serie di elementi presi da altre culture: il suo piatto è fatto di un tipo di terraglia inventato in Cina; il suo coltello è di acciaio, lega fatta per la prima volta nell’India del Sud, la forchetta ha origini medievali italiane, il cucchiaio è un derivato dell’originale romano. Prende il caffè, pianta abissina, con panna e zucchero. Sia l’idea di allevare mucche che quella di mungerle ha avuto origine nel vicino Oriente, mentre lo zucchero fu estratto in India per la prima volta. Dopo la frutta e il caffè, mangerà le cialde, dolci fatti, secondo una tecnica scandinava, con il frumento, originario dell’Asia minore.
Quando il nostro amico ha finito di mangiare, si appoggia alla spalliera delle sedie e fuma, secondo un’abitudine degli indiani d’America, consumando la pianta addomesticata in Brasile o fumando la pipa, derivata dagli indiani della Virginia o la sigaretta, derivata dal Messico. Può anche fumare un sigaro, trasmessoci dalle Antille, attraverso la Spagna. Mentre fuma legge le notizie del giorno, stampate in un carattere inventato dagli antichi semiti, su di un materiale inventato in Cina e secondo un procedimento inventato in Germania. Mentre legge i resoconti dei problemi che si agitano all’estero, se è un buon cittadino conservatore, con un linguaggio indo-europeo, ringrazierà una divinità ebraica di averlo fatto al cento per cento americano”. Ralph Linton


*Bio*

Sergej Zarf nasce come avatar in Second Life nel 2007, per sperimentare ed approfondire l’interazione con le tecnologie cosiddette “immersive” dei mondi virtuali (o MUVE, multi-user virtual environment), principalmente nell’isola di Vulcano. A quelle esperienze si sono aggiunte negli anni diverse altre esplorazioni di “mondi”, negli ambienti di gioco MMORPG ( Massive Multiplayer Online Role-Playing Game, ovvero gioco di ruolo in rete multigiocatore di massa), in altre piattaforme desktop 2D ed in realtà virtuale.

In Second Life ed OpenSim (Craft) la principale attività svolta da Sergej riguarda la video ripresa, lo streaming in diretta di eventi, la realizzazione di machinima (in collaborazione con alcuni artisti digitali,
o per documentarne l’opera) e l’insegnamento delle tecniche di video ripresa e streaming in didattica immersiva, in collaborazione con Pyramid Café TV, la Comunità d’apprendimento Edu3D, SLEA7 (Second Life Endowment For The Arts) Machinima Land (2021) ed il Museo del Metaverso (2021-22).
Esposizioni di opere generate con ausilio di IA nelle gallerie di PiùDonnaZeroViolenza (collettiva), Museo del Metaverso, Edu3D (collettiva), Manhattan (sua sim).

Negli anni, accompagna gli studi tecnici (telecomunicazioni, studi nautici ed informatica) a quelli umanistici (storia, archeologia, antropologia, filosofia, storia delle religioni).

Altre info su: https://www.71421.eu/sergej_zarf/


2 commenti:

  1. Ti pongo una domanda, più che altro per curiosità: non viene mal di testa a vedere una mostra cyber? Non dà fastidio agli occhi?
    Io non posso usufruire di queste cose, quindi non ne so niente.
    Ti abbraccio.

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    Risposte
    1. Non è per niente fastidiosa un mostra nel mondo virtuale, si tratta di provare le stesse emozioni e anche qualcosa in più perché ha la caratteristica di essere immersiva
      Provare per credere! Ciao!

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