Halloween dovrebbe rappresentare la fine dell'estate che quest'anno ancora resiste con queste belle giornate soleggiate. Si celebra ormai anche da noi il 31 ottobre e sembra che abbia origine nella festa pagana celtica, che prevedeva i riti di ringraziamento per il raccolto dei frutti della terra.
Notizie su questa ricorrenza su Wikipedia
Mi sto preparando per la festa di domani sera in Craft Wordl, chissà che cosa prepareranno i miei amici!
Intanto vedo che sono pronti gli abiti e ne scelgo uno...questo da signora misteriosa...Strega o fata?
Oppure spirito del bosco? Scheletro?
Che c’entriamo noi con Halloween?
A cura di Lorenza Colicigno, sulla base di ricerche etnografiche, cartacee e digitali.
Secondo i Lucani, i morti continuano ad avere rapporti con i vivi. Questi contatti avvengono soprattutto attraverso i sogni ma anche, secondo la credenza locale, per mezzo del vento. In particolare, i morti per disgrazia o per omicidio (oppure i non battezzati) continuano ad aggirarsi per il mondo presentandosi ai vivi nel luogo dove è avvenuta la dipartita sottoforma di vento impetuoso. Quando si verifica tale fenomeno significa che queste anime richiedono preghiere per la loro salvezza. Questi venti sono definiti popolarmente li mal' vint' e si crede che essi si aggrappino ai passanti soprattutto agli incroci trasformandoli in lupi violenti ed accomunandoli al loro destino di un errare aggressivo. Una pratica particolare del rito funebre lucano dei tempi remoti è, invece, data dalla tradizione dei quattro cantoni. Il defunto, nella realtà popolare lucana, è vegliato da donne che eseguono i cosiddetti "lamenti funebri" consistenti nel rievocare i ricordi e i pregi dell'estinto tramite un pianto rituale accompagnato da movimenti ritmici. In passato alcune donne prezzolate, le prèfiche, erano chiamate ad eseguire queste "nenie" che spesso si accompagnavano a grida e gesti strazianti che aumentavano di intensità allorquando arrivavano persone nuove a rendere l'estremo omaggio al defunto. La lamentazione funebre lucana si ricollega forse al "Thrénos" greco. Anche nel thrénos, ad un primo momento detto ululatus in cui viene emesso un grido disperato, segue una gestualità rituale (strapparsi le vesti o i capelli, percuotersi, graffiarsi) ed infine il thrénos vero e proprio in cui il dolore si fa canto (si ricorda il defunto). E’ tradizione folklorica lucana offrire oggetti cari e cibo ai morti confermando la tendenza a "ad affermare la similarità con il mondo dei vivi". Gli abitanti di Ruvo che vestono con gli abiti migliori per i loro defunti e li aiutano nell'ora dell'agonia alleviando loro le sofferenze con una sorta di eutanasia popolare (si riferisce della costruzione di un piccolo giogo per buoi posto sotto il cuscino del moribondo). In un mio laboratorio in una scuola di Stigliano in provincia di Matera, i ragazzi hanno descritto il rito della processione dei morti tra il 31 ottobre e il 1 novembre. Sulle finestre e sui balconi si espone un piatto con la bruschetta: pane olio e origano, dono ai defunti che percorrono le strade del paese. In altri paesi della Basilicata, le donne, dopo aver cucinato, accompagnano a letto tutti i componenti della famiglia molto prima di mezzanotte per evitare di incontrare le anime dei morti. Il torrone dei morti in Campania, la tavola lasciata imbandita dopo la mezzanotte in Puglia, il banchetto comunitario consumato al cimitero in Calabria, i dolci e frutta secca che i defunti portano ai bambini di notte in Sicilia, il travestimento che accompagna spesso queste abitudini, attestano il persistere di riti che Halloween ha inglobato, e non bisognerebbe omologare o annullare.
Il cibo destinato per i defunti, rappresenta un omaggio di ciascun familiare per le anime dei parenti morti, ma anche una sorta di protezione. Il cibo e il dono sono diventati nella festa anglosassone “dolcetto o scherzetto”, non è difficile collegare i due riti, quello antico locale e quello anglosassone che ha prevalso. Tutto riconduce all’incontro non tanto nel terrore quanto nella festa tra i vivi e i defunti, i sempre vivi nella memoria. Questi sono gli elementi che collegano Halloween e i riti dei morti lucani e del Sud in genere, il resto è soprattutto consumismo, ma tant’è, l’importante è non dimenticare le proprie radici, poi si può festeggiare come si vuole.
Bello il costume che hai scelto. Io invece Halloween non lo festeggio, sono sincera. Preferisco il Carnevale, ma anche in quel caso non indosso alcuna maschera. Mi piace guardare le maschere, i carri, andare per le strade a vedere sfilare i costumi. Di Halloween mi divertono le maschere, ma lo sento troppo lontano dalle nostre tradizioni, non lo avverto, non riesco a percepire l’aria di Halloween. Però non sono contraria a chi lo festeggia. Buona giornata.
RispondiEliminaIo avrei scelto il costume nero lungo, ho sempre amato gli abiti lunghi e gonfi , di un'altra epoca. Buona festa, in Craft Wordl , allora ! Ciao
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