Lungo petalo di mare di Isabel Allende
"1939. Alla fine della Guerra civile spagnola, il giovane medico Víctor
Dalmau e un’amica di famiglia, la pianista Roser Bruguera, sono
costretti, come altre migliaia di spagnoli, a scappare da Barcellona.
Attraversati i Pirenei, a Bordeaux, fingendosi sposati, riescono a
imbarcarsi a bordo del Winnipeg, il piroscafo preso a noleggio da Pablo
Neruda per portare più di duemila profughi spagnoli in Cile – il “lungo
petalo di mare e neve”, nelle parole dello stesso poeta –, in cerca di
quella pace che non è stata concessa loro in patria. Lì hanno la fortuna
di essere accolti con generosa benevolenza e riescono presto a
integrarsi, a riprendere in mano le loro vite e a sentirsi parte del
destino del paese, solo però fino al golpe che nel 1973 fa cadere il
presidente Salvador Allende. E allora, ancora una volta, si ritroveranno
in esilio, questa volta in Venezuela, ma, come scrive l’autrice, “se si
vive abbastanza, i cerchi si chiudono”. La commovente storia di un uomo
e una donna in fuga per sopravvivere agli sconvolgimenti della Storia
del Ventesimo secolo."
Un libro che affronta problemi quali l'esilio, separazioni, radici, dolore, che si presta a profonde riflessioni e riesce a coinvolgere il lettore in tuttte le vicende del romanzo.
Isabel Allende rivela che “Questo è un romanzo, ma i fatti e i
personaggi storici sono reali. Quelli inventati sono ispirati a persone
che ho conosciuto. Non mi sono dovuta immaginare molte cose, …Questo
libro si è scritto da solo, come se me lo stessero dettando”
Ciascun capitolo del romanzo inizia con una citazione di Pablo Neruda,
la cui voce diventa il filo conduttore della narrazione: “In mezzo alla
notte mi domando:/che avverrà del Cile?/Che ne sarà della mia povera
povera/patria buia?” (Pablo Neruda, Insonnia, in Memoriale di Isla
Negra)
Lo consiglio.
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