martedì 11 ottobre 2022

Novecento di Alessandro Baricco

 Ho ascoltato la lettura di "Novecento" dal suo autore Alessandro Baricco su RAI PLAY, qui il link

  Novecento è un monologo teatrale scritto da Alessandro Baricco, pubblicato da Feltrinelli nel1984.

Il monologo è interpretato in prima persona da Tim Tooney, un trombettista che ha suonato per sei anni sul piroscafo transatlantico Virginian, e narra la  storia il cui protagonista è  Novecento, il pianista  jazz che non ha mai messo piede sulla terraferma e vive la sua vita sul piroscafo.Egli non riesce a superare la paura di amare ma anche quella di fare tutto ciò che lo legherebbe alla terra: ecco perché dedica tutta la sua vita a suonare per i passeggeri del Virginian, vivendo passioni e desideri non suoi, fino ad annullarli nella musica. E' un uomo che conserva però quell’anima infantile che non dovrebbe mai essere perduta e che gli fa vedere le cose in maniera diversa.  Una storia semplice ma molto suggestiva che fa riflettere sulla paura di affrontare le problematiche del mondo e pensare... chissà quante volte anche noi siamo rimasti fermi a quel terzo gradino!

lo scrittore Alessandro Baricco sceglie di dare voce lui stesso, a Danny Boodman T.D. Lemon attraverso una lettura dal ritmo cadenzato, come solo lui sa fare, pesando ogni singola parola e rendendo la storia molto emozionante e coinvolgente. Non avevo letto il libro, ma forse è stato meglio, con l'ascolto attraverso la sua voce, sono riuscita meglio a coglierne la musica e la poesia.

Riporto alcuni brani che mi hanno partcolarmente colpito:

"Il mondo, magari, non l’aveva visto mai. Ma erano ventisette anni che il mondo passava su quella nave: ed erano ventisette anni che lui, su quella nave, lo spiava. E gli rubava l’anima."

"In questo era un genio, niente da dire. Sapeva ascoltare. E sapeva leggere. Non i libri, quelli sono buoni tutti, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso: posti, rumori, odori, la loro terra, la loro storia… Tutta scritta, addosso. Lui leggeva, e con cura infinita, catalogava, sistemava, ordinava… Ogni giorno aggiungeva un piccolo pezzo a quella immensa mappa che stava disegnandosi nella testa, immensa, la mappa del mondo, del mondo intero, da un capo all’altro, città enormi e angoli di bar, lunghi fiumi, pozzanghere, aerei, leoni, una mappa meravigliosa. Ci viaggiava sopra da dio, poi, mentre le dita gli scivolavano sui tasti, accarezzando le curve di un ragtime."

  "La terra, quella è una nave troppo grande per me. È un viaggio troppo lungo. È una donna troppo bella. È un profumo troppo forte. È una musica che non so suonare. Perdonatemi. Ma io non scenderò. Lasciatemi tornare indietro.
Per favore."

" Io, che non ero stato capace di scendere da questa nave, per salvarmi sono sceso dalla mia vita."

Qui la trama


 

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