venerdì 25 febbraio 2022

La guerra in Ucraina

 


Quando si scatena una guerra è perchè i potenti della terra non riescono a gestire con la diplomazia gli interessi  di ogni singolo stato. 



L’Ucraina ha circa 44 milioni di abitanti, si trova nell’Europa orientale e ha una superficie grande due volte quella dell’Italia. Confina con la Russia a est e nord-est, con la Bielorussia a nord, con la Moldavia a sud e con quattro paesi dell’Unione Europea a ovest: Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania. Si affaccia per un ampio tratto sul mar Nero e sul Mar d’Azov, tra i quali si trova la penisola di Crimea, la regione annessa con la forza dalla Russia con un’invasione nel 2014. A sud-ovest dell’Ucraina c’è anche la Transnistria, un territorio che si è autoproclamato indipendente dalla Moldavia nel 1990 e che è governato da un regime filorusso non riconosciuto a livello internazionale.

A livello geografico, l’Ucraina è divisa in due dal fiume Dnepr, il quarto corso d’acqua più lungo d’Europa, che la attraversa da nord a sud. La gran parte del territorio del paese è pianeggiante ed è caratterizzata dalle ampie vallate, foreste e paludi. Nella parte occidentale c’è la catena montuosa dei Carpazi, l’area più fredda e nevosa del paese, mentre in quella sud-orientale, che è attraversata dal fiume Donec, ci sono aree montuose poco elevate. Anche la parte meridionale dell’Ucraina e della penisola di Crimea è caratterizzata da aree pianeggianti e con ampie zone paludose.

L’economia dell’Ucraina ruota soprattutto attorno all’agricoltura, alla produzione di legname, alla siderurgia e al settore delle automobili – ci sono stabilimenti che lavorano per molti marchi europei e coreani – e dei veicoli industriali; in Ucraina ci sono vasti giacimenti di carbone, ma anche alcune riserve di petrolio e gas naturale.

E' nata come Stato indipendente nel 1991, a seguito della dissoluzione dell’Unione Sovietica, ma sperimenta una crescente instabilità, soprattutto agli inizi del nuovo millennio, data dalla contrapposizione tra i fautori dell’avvicinamento all’Unione Europea e all’Occidente e i sostenitori del legame storico con la Russia.

La contrapposizione si fa evidente con la presidenza di Viktor Yanukovych (eletto nel 2010 ma in precedenza primo ministro). È sotto la sua leadership che il Paese vira decisamente verso la Russia. Questo spostamento dell’asse politico si palesa nel 2013 con il rifiuto, da parte di Yanukovych, di firmare l’accordo di associazione e libero scambio con l’Unione Europea. Immediate (siamo in novembre) le proteste di piazza (che prendono il nome di “EuroMaidan” e in cui sono presenti nazionalisti filo-occidentali e antirussi, alcuni dei quali neonazisti), che infiammano il Paese, fanno un centinaio di morti e si concludono, tre mesi più tardi, con la fuga di Yanukovych.

Non passa neanche un mese che l’Ucraina perde un pezzo del proprio territorio: nel marzo 2014 infatti la Russia sancisce ufficialmente la secessione della Repubblica di Crimea dall’Ucraina e la sua annessione alla Federazione Russa.

Pochi giorni prima, gli abitanti della regione (a maggioranza russofona) avevano espresso mediante referendum (considerato illegale dalla Corte costituzionale ucraina) la volontà di tornare sotto la sovranità di Mosca ma di fatto il processo di riannessione della Crimea alla Russia era iniziato quando migliaia di militari russi privi di mostrine ne avevano preso il controllo.

La regione del Donbass, nell’Est dell’Ucraina, segue a ruota l’esempio della Crimea, scatenando una guerra civile nelle province di Donetsk e Lugansk, che si autoproclamano repubbliche indipendenti (si tratta delle due repubbliche riconosciute da Putin nel discorso di pochi giorni fa). Nel febbraio 2015, con l’accordo detto Minsk II, si giunge a un cessate il fuoco ma gli impegni assunti in quel momento non vengono del tutto rispettati dalle parti, con la conseguenza che il conflitto prosegue di fatto ininterrottamente fino a oggi.

Su tutta questa situazione incandescente si innesta il progressivo allargamento a Est della Nato (a eccezione degli Stati dell’ex Jugoslavia, tutti i Paesi entrati nell’Alleanza Atlantica dal 1990 a oggi erano parte dell’Unione Sovietica o legati a essa dal Patto di Varsavia: parliamo di Lettonia, Lituania, Estonia, Polonia, Romania, Bulgaria, Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria) e il timore da parte della Russia che l’Ucraina possa entrare a far parte del Patto atlantico: una prospettiva inaccettabile per Putin che avrebbe così gli americani sul portone di casa. (notizie dal web)

2 commenti:

  1. Post molto esauriente e preciso,grazie.

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  2. Sì, l'ho letto con interesse perché spiega il perché di questa guerra insensata. Saluti.

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