mercoledì 9 giugno 2021

I racconti del ritorno di Alessandro Vanoli

 

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Descrizione

Il ritorno. Capita talvolta che l’essenza di un viaggio sia tutta lì: nel tempo sospeso in cui ogni cosa si chiude, quando le avventure cominciano a riassumersi nei ricordi, nello sforzo di far coincidere ciò che si è vissuto con il senso della vita precedente ormai lontana. Ritornare significa avviarti verso casa carico di conoscenze e di esperienza, e riscoprirti inevitabilmente diverso da come eri partito. Così, parlare del ritorno è anche parlare di se stessi e dell’età matura, del momento in cui ci si ritrova a fare i conti con quello che si è fatto, guardandosi indietro, come si fosse alla fine di un viaggio. Ma non c’è per forza tristezza nel ritorno. C’è anche il senso delle scelte compiute: ricordando e ragionando su ciò che si ritrova, si può raggiungere una maggiore pienezza e una comprensione più profonda. E alla fine non si potrebbe capire davvero ciò che si è fatto se non si avesse il coraggio di tornare.
Storie lontane sul ritorno da un viaggio o sul ritorno a casa al termine della vita possono svelare qualcosa di nuovo riguardo al passato e, allo stesso tempo, rivelare qualcosa in più su di noi. Ecco dunque il racconto: per Alessandro Vanoli il senso del ritorno si trova nell’Odissea e nei nostoi, nei grandi archetipi di Ulisse e Agamennone, ma anche nelle spedizioni esemplari di grandi esploratori, su tutti quella di Cristoforo Colombo, incapace di vedere il nuovo e di cogliere la portata epocale del suo viaggio. Di lì sino a incrociare, tra storia e letteratura, il ritorno a Venezia di Casanova, per finire con l’avventura prometeica di Neil Armstrong, che vide la Terra dalla Luna. “Riflettere sul ritorno,” scrive Vanoli, “è riflettere su un momento fondamentale della nostra vita e dunque su ciò che siamo.”

“In ogni viaggio il ritorno ci obbliga a fare i conti col nostro passato ed è per questo che assomiglia così tanto alla vita.”

Da Ulisse a Dante, da Napoleone a Evita Perón, le avventure reali e immaginarie di chi nei secoli e nei millenni è tornato indietro e solo allora ha conosciuto se stesso. (Dal WUEB)

 Commento

Tra tutte le storie dei ritorni, c'è quella di  Christine de Pizan , la storia di una donna di un tempo in cui nascere femmina era già di per sè una condanna e persino il suo nome rischiava "l'infortunio dell'oblio", fu poetessa, scrittrice e filosofa, riconosciuta in Europa come la prima scrittrice di professione. A questo proposito l'autore fa riferimenti al femminismo, a Virginia Wolf che, nel suo discorso sulle donne scrittrici, raccomandava loro di "bere vino e trovarsi una stanza tutta per sè"

 Ho letto questo libro su Kindle, una lettura abbastanza piacevole e scorrevole che racconta il ritorno dei personaggi citati e ci fa ritornare sui nostri ricordi, sul ritorno a casa, sul ritorno al proprio paese... per scoprire che si torna diversi. 

 

 

 


5 commenti:

  1. Forse il senso del viaggio sta proprio nel tornare diversi, vuol dire che il viaggio ci ha lasciato qualche cosa, ci ha insegnato qualche cosa. Deve essere un libro interessante da leggere. Saluti.

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  2. E' sempre bello scoprire nuovi libri, nuovi autori.
    Personari importanti ed avvincenti.

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  3. Ciao cara , grazie per aver scritto il link di questo autore che non conoscevo .
    Molto interessanti i suoi pensieri riguardo ai ritorni , ed è vero se si decide di ritornare , in qualsiasi posto , si ritorna Diversi , sperando più maturi , migliori , si spera.
    Buona giornata .

    Rosy

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  4. Ogni esperienza e quindi anche un viaggio ci cambia un pò dentro e nel ritorno portiamo nuove particelle di noi stessi. Ogni esperienza è utile per diventare più saggi e consapevoli, almeno si spera...non è da tutti capire gli insegnamenti e i messaggi delle esperienze.
    Dev'essere un libro interessante quello che ci mostri.
    Un caro saluto, grazie per la visita e buon fine settimana!

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  5. Grazie dei vostri commenti! Dopo ogni esperienza, un viaggio, un ricordo, c'è sempre un ritorno anche in se stessi per riflettere e conoscersi.

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